Buti - Guida Turistica

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Il Duomo di San Giovanni Battista a Buti Il Duomo di San Giovanni Battista a Buti
  La data di costruzione del Duomo titolato a San Giovanni Battista non è nota con esattezza ma si ipotizza che l'edificio religioso esistesse già nel X secolo. Anticamente l'edificio religioso era il più rilevante sul territorio di Buti e da esso dipendevano otto chiese minori. Dell'antica costruzione romanica restano oggi solo poche tracce. Essa venne ricostruita all'inizio del Seicento in stile barocco da Flaminio Guerrazzi e all'inizio del Novecento venne fatta oggetto di restauri che portarono all'ampliamento dell'edificio, su progetto dell'architetto Giuseppe Castellucci. L'interno del Duomo di San Giovanni Battista si presenta ricco di pregevoli tele attribuite a diversi artisti toscani, tra le quali quelle dipinte da Piero Confortini nel XVIII secolo e raffiguranti una "Annunciazione", la "Moltiplicazione dei Pesci" e una "Madonna con Bambino e Santi". Di notevole interesse sono anche le due tele dipinte nel XIX secolo da Annibale Marianini (1814-1863) raffiguranti, l'una, "San Vincenzo de Paoli" e l'altra, la "Madonna". Il fonte battesimale così come l'altare maggiore si presenta interamente scolpito in marmo di Carrara. Presso l'altare maggiore sono alloggiati un'acquasantiera costruita in terracotta e verniciata a mano e un bel crocifisso ligneo del XVI secolo, realizzato in stucco e cartapesta.
Teatro Francesco di Bartolo
  Grazie al forte sviluppo economico che caratterizzò questo centro pisano nella prima metà dell'800, alcuni ricchi proprietari nel 1842 dettero vita all'Accademia dei Riuniti con lo scopo di "erigere un teatro ove saranno date delle rappresentazioni sia in musica che in prosa". Nell'ottobre dello stesso anno il teatro fu ultimato e venne inaugurato con la Beatrice di Tenda di Vincenzo Bellini. La sua realizzazione, tutta legata agli schemi del teatro aristocratico e borghese, suscitò la reazione polemica del poeta locale Pietro Frediani, apprezzato autore di "Maggi" ed esponente di primo piano del teatro popolare. Il teatro sorge nei pressi di un importante asse viario del paese e si presenta, all'esterno, come un edificio isolato a pianta rettangolare. Al suo interno invece riproduceva le forme tipiche del teatro all'italiana: un elegante atrio di ingresso che introduceva ai disimpegni verso i piani superiori e verso la sala realizzata a ferro di cavallo, circondata da due ordini di palchi e coperta da un soffitto riccamente decorato a rosone con pitture murali del pittore Giarrè; infine l'ampio palcoscenico dotato di un grande arcoscenico e i camerini nel sottopalco. Nel secondo dopoguerra la struttura, soprattutto nella parte del palcoscenico, è stata ampiamente manomessa per meglio adattarla alla nuova funzione di cinematografo. Dichiarato definitivamente inagibile nel 1971 è poi passato in proprietà all'Amministrazione comunale che ha avviato tempestivamente un vasto progetto di risanamento e recupero dell'immobile per restituirlo alla sua funzione originaria di teatro e per realizzarvi anche un centro culturale polivalente del capoluogo (destinato a ospitare la sede della Biblioteca e dell'Archivio storico comunale). I lavori, progettati dall'architetto Roberto Frassi, sono stati attuati grazie anche al programma regionale FIO e sono stati ultimati nel 1987: la torre scenica è stata completamente rifatta sia nelle strutture portanti che nelle dotazioni scenotecniche; sono stati completamente rinnovati anche i servizi e l'impiantistica e la sala è stata portata a 200 posti di capienza. Castel Tonini In questa veste rinnovata il teatro è diventato in pochi anni un importante centro di diffusione e produzione teatrale, segnalandosi come uno dei casi più originali del panorama italiano. Qui, grazie alla direzione di Dario Marconcini, è passato il meglio del teatro di ricerca e non solo nazionale, e si impagina una stagione non convenzionale di tutto rispetto, si organizzano rassegne come "Piccoli fuochi", si producono importanti spettacoli e si sviluppa insieme alla Compagnia del Maggio una ricerca sulla tradizione del Maggio, l'arte del recitar cantando, che ha contribuito al recupero di un patrimonio culturale che rischiava di andare perduto.
  Castel Tonini è il castello che ancora oggi sovrasta il paese di Buti e tutto il nucleo storico che gli sta attorno viene appunto detto "il castello". Esso è delimitato da una porta di accesso ed è ricco di alcuni palazzi del XVI e XVII secolo. Di questo il più importante è quello dei Tonini ricco di sale dipinte dal Giarrè e denominato Villa Medicea, costruito dai Medici intorno al 1550. Scendendo dal castello si può rapidamente raggiungere il centro del paese e la Pieve di S. Giovanni Battista. Di origini antiche, fu all'inizio del secolo ampliata e ristrutturata. Chiesa romanica di S. Francesco, nell'omonima piazza sempre in centro al paese, e la chiesa dell'Ascensione, detta anche Santa Maria delle Nevi. Quest'ultima è raggiungibile risalendo da Buti lungo la "via dei Molini", la strada che porta verso il Monte Serra, denominata così perché annoverava tutta una serie di mulini ad acqua. La Chiesa dell'Ascensione, di origine romanica, è situata nell'ex castello di Panicale e presumibilmente risale al XIII secolo. A navata unica, la chiesa è inserita nel gruppo di case adiacenti; di pregio è il bel abside semicircolare a ponente e la particolare iconografia sull'architrave della porta laterale e su quella della porta centrale